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SCRITTORI MERIDIANI
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SCRITTORI MERIDIANI
di Giovanni Carità –
L’Università del Salento, la letteratura meridionale, i tricasini.
Ricorre, nella primavera di quest’anno, il 70° anniversario dell’Università del Salento, il secondo Ateneo di Puglia e sicuramente uno dei più apprezzati del Mezzogiorno. Lo scorso 17 gennaio il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, ha commemorato questo importante anniversario partecipando alla cerimonia di inaugurazione del 70° Anno Accademico dell’Università salentina, intervenendo presso il Centro Congressi di Ecotekne.
Le origini di Unisalento sono riconducibili al mese di aprile del 1955, quando l’Amministrazione Provinciale di Lecce approvò l’istituzione di un consorzio universitario, al quale aderirono, oltre all’Ente Provincia, tutti i comuni della provincia stessa assieme ad altri enti.
Le prime lezioni presso la neonata Università degli Studi di Lecce risalgono al novembre 1955, quando presero il via i tre corsi di laurea propri delle Facoltà di Magistero: Materie Letterarie, Pedagogia e Lingue e letterature straniere, oltre alla scuola in Vigilanza scolastica.
Il primo rettore fu Giuseppe Codacci Pisanelli: oltre vent’anni di rettorato, dal 1956 al 1976. Al 1958 risale l’apertura della facoltà di Lettere e filosofia, riconosciuta legalmente l’anno successivo. L’Università degli Studi di Lecce diventa a tutti gli effetti un Ateneo statale al termine dell’Anno Accademico 1967–1968, con l’istituzione della terza facoltà, quella di Scienze matematiche, fisiche e naturali.
Per giungere all’attuale denominazione occorre aspettare il 2007, anno in cui l’Università degli Studi di Lecce diventa definitivamente Università del Salento. Oggi l’Ateneo salentino è in continua crescita, annovera ben otto dipartimenti universitari e può contare su una media di studenti che supera ampiamente le ventimila unità.

La presenza dell’università, prima a Lecce e poi nel Salento, ha determinato un crescita del nostro territorio in diversi ambiti, da quello culturale a quello scientifico, ma anche in tema di economia locale e progresso collettivo.
Un ruolo importante l’Università degli Studi di Lecce, ora Università del Salento, lo ha certamente avuto in ambito letterario, in particolare indirizzando gli studi e gli studenti alla ricerca delle origini della nostra terra. Una ricerca mai sterile e fine a se stessa, bensì sempre mirata alla tessitura di una tela culturale identitaria. In tal senso un plauso comunitario va riconosciuto ai dipartimenti umanistici e alle personalità di ieri e di oggi per avere intrapreso, con sano orgoglio di appartenenza, questo lungo processo che da oltre un ventennio ha trasformato una terra di periferia in un luogo di attrazione culturale e turistica.
L’idea stessa di questa semplice rubrica, Scrittori meridiani, nasce e muove proprio da quell’ambiente universitario dove, sconosciuti ai più, sono riemersi dal passato i nomi di tanti nostri poeti e scrittori meridionali. Se oggi il Salento non è solo una denominazione geografica, è grazie soprattutto all’università e ai professori che hanno, con caparbietà, indirizzato la ricerca e lo studio verso il recupero delle tradizioni popolari e della letteratura “minore” del sud.
Non potendo elencare tutti gli artefici e i protagonisti di questo percorso, per questioni di spazio, mi limito a ricordare, anche per senso di appartenenza, tre illustri figure che hanno svolto un ruolo importante per l’Ateneo che allora si chiamava Università degli Studi di Lecce. Tre nostri illustri concittadini tricasini: Giuseppe Codacci Pisanelli e Donato Valli, che assieme hanno guidato trenta dei settanta anni dell’università salentina, e Cosimo De Benedetto (Cosimino) che, a metà degli anni Ottanta, nel ruolo di Presidente della Provincia di Lecce tanto si prodigò per sostenere e rilanciare l’immagine del nostro Ateneo coinvolgendo in questo percorso, cosa mai accaduta prima, i rispettivi colleghi presidenti delle province di Brindisi e Taranto.
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