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La pericolosità del nuovo populismo
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La pericolosità del nuovo populismo
La pericolosità del nuovo populismo
di Giovanni Carità
Perché il populismo è sempre antipolitico e il “nuovo” populismo senza popolo è più pericoloso.
Più passa il tempo più mi rendo conto di quanto sia difficile immaginare, condividere, programmare la vita politica, sociale ed economica di un paese.
Ogni volta che si avvicina una scadenza elettorale, dal nulla o, peggio ancora dalla mistificazione della memoria, spuntano personaggi che si ergono a capo-popolo.
Un fenomeno che spesso muove da buoni propositi, anche se non sempre, ma che finisce inevitabilmente per favorire la conservazione del potere.
Ci sono due modi, infatti, per impedire un cambiamento reale che si muova sui binari della democrazia e del progresso.
Il primo si chiama “preservazione del potere” e mira, utilizzandolo a proprio vantaggio, alla gestione del potere come strumento di fidelizzazione. In sintesi: chi sta con noi, in qualche modo, avrà assicurato un tornaconto personale.
Il secondo si chiama “populismo” e mira alla costruzione di piccole sacche di potere, di solito finalizzate ad ottenere un ruolo, seppur secondario, nella gestione dello stesso. Questo ruolo, in un recente passato, lo svolgevano alla perfezione i piccoli raggruppamenti politico-elettorali che, seppur con percentuali minime di consenso, garantivano il raggiungimento della maggioranza proprio a chi sostenevano di voler combattere.
Il populismo senza popolo è una versione moderna e peggiore del vecchio populismo novecentesco. In passato i “populisti” potevano contare realmente su una partecipazione vera, ossia persone reali che partecipavano visibilmente alla vita politica. Oggi, la situazione si presenta più complessa da indagare e riconoscere. Di solito i nuovi populisti vantano sostenitori in ogni tempo e in ogni dove, utilizzano il plurale anche se sono da soli e usano la mistificazione social come strumento di identificazione.
Chiarito il quadro in cui ci muoviamo, anche nelle piccole realtà come Tricase, spetta alla politica, quella seria, attivarsi per fronteggiare questa versione aggiornata del populismo.
Ovviamente non è facile, ma è necessario.
Come fare? C’è un solo modo: alzare il culo dal salottino e tornare nelle piazze, nelle strade, tra le persone, anche quando non conviene, anche quando il rimprovero è scontato e, siamo onesti fino in fondo, giusto e meritato.
Il tempo è ora. Domani sarà troppo tardi!
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