Ci estingueremo
Il giardino sul mare
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Il giardino sul mare
alfredo de giuseppe – –
Ho fatto alcune foto ai lavori in corso a Tricase Porto, nell’area retrostante Punta Cannone (dietro l’arcu). Per un attimo lasciamo perdere le polemiche per la perdita di parcheggi e andiamo alla sostanza del problema: la falesia è a rischio crollo, l’ingrottamento è più vasto di quanto si veda ad occhio nudo e cosa fa il Comune di Tricase? (il soggetto rimane il Comune, chiunque sia il progettista, il direttore lavori, il pensatore o il periodo più o meno recente in cui è stato immaginato). Invece di ingegnarsi su come salvare la falesia nei prossimi duecento anni, le si rifà il trucco, si lucida la superficie. Si decide di chiudere l’area e di creare un giardino panoramico. Si butta qualche tonnellata di terra rossa, si lascia una stradina per l’ingresso ad una villa sul mare, si pianta qualche arbusto, si mettono due panchine e il lavoro è terminato.
Alla fine dei giochi ci sarà un cumulo di terra rossa che verrà quanto prima inghiottito dal mare, un utilizzo quasi privato di tutto l’ex parcheggio, a servizio di una casa (a suo tempo già nata in modo controverso e in deroga ad ogni legge ambientale) che ora ha due ingressi privati sullo stesso piazzale, destinato a essere solo un ulteriore dehor della stessa villa.
Nel progettare queste trasformazioni non si tiene mai conto delle necessità pubbliche, della natura circostante, dell’antico buon senso. Si realizza un qualcosa perché c’è fretta nello spendere il finanziamento ricevuto, perché c’è voglia di modernismo, di essere al passo con questi tempi distruttivi.
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