DERSU UZALA, come nel 1975

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DERSU UZALA, come nel 1975

di Michele Massimiliano Mangiullo – –

Appena finito  “l’ospite delle 2” mi appresto ad accendere il mio Garelli, pantaloni rigorosamente a zampa e via direzione cinema, oggi giovedì 27 marzo 2025 proiettano “Dersu Uzala” di Akira Kurosawa ; onestamente non conosco ma sembra essere un regista di belle speranze, almeno questo è quello che Alfredo e Costantino mi dicono. Cineplex Paradiso colmo, ci troviamo all’ingresso e via in sala, inizia la proiezione, fibrillano i nostri neuroni pronti a catturare e fermare nel tempo immagini spettacolari che solo una panoramica cinematografica può regalare. Primi anni del ventesimo secolo una spedizione guidata dal capitano Arsen’ev deve mappare una sperduta zona dell’estremo oriente sovietico,territorio caratterizzato da immense foreste e impetuosi corsi d’acqua. Un incontro fortuito con un cacciatore indigeno cambierà la visione della vita di molti soldati e sarà per il regista vettore di messaggi universali che spaziano dalla salvaguardia dell’ambiente alla bellezza dello spessore umano. Kurosawa raggiunge il suo punto acmico nella scena della bottiglia lasciando lo spettatore spiazzato davanti a tanta sensibilità  per la natura e per il genere umano, infatti Dersu incalzato dai soldati a sparare per colpirla, decide di mirare alla corda che la sostiene per tutelare l’incolumità della medesima ed evitare che i vetri  taglino qualcuno. Ebbene la grandezza di un uomo si misura anche nei piccoli gesti .Ecco il cineasta nipponico nella sua maestosità rendere un umile nomade messaggero salvifico,quasi irenico. Spesso dalle sequenze narrative del film si estrinseca in modo pacato e discreto un monito all’uomo solipsista pronto a calpestare tutto e tutti  in modo irrispettoso. L’amicizia tra il capitano ed il cacciatore diventa fulcro centrale del film e quando il povero Dersu diventa miope, il buon graduato quasi lo obbliga a vivere in città con la sua famiglia, ma ahimè chi nasce aquila non può morire  in gabbia ed il richiamo  delle foreste vince su tutto.I due si salutano ma pochi giorni dopo arriva la notizia della morte di un cacciatore nomade per mano di un assassino che ha voluto portar via il fucile regalatogli dal capitano stesso. Purtroppo ancora una volta l’uomo si rivela per quello che è :la bestia più feroce pronta a predare per avidità o semplicemente per affermare la propria superiorità! Strane analogie tra il 1975 ed il 2025,forse dovremmo riflettere un po’ di più… 

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Redazione

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  1. Troppo grande, Alfredo! Devi trovare il mo di farla arrivare veramente ai destinatari questa "supplica" che non può che essere…

  2. Grazie Monica,molto gentile,questa è la magia del cinema d'autore...mentre il titolo è la magia del direttore...

  3. Molte buone intenzioni...speriamo ci siano anche punti programmatici chiari....finalizzati solo ed esclusivamente al bene comune o bene del comune....fate vobis..

  4. Bellissimo tanto l’articolo quanto il titolo, una scrittura molto pertinente e profonda che permette di emozionare anche chi non ha…