Carissimi Cardinali

Carissimi Cardinali

di Alfredo De Giuseppe – –

Carissimi Cardinali del Conclave mi rivolgo direttamente a Voi, Vi scrivo oggi che tutto è ormai compiuto intorno al corpo di Francesco I, funerali con amici e nemici, interviste e analisi, lunghe dirette televisive e un sobrio lutto nazionale tra gigantesche misure di sicurezza. Mi permetto di scrivere, prima che Vi chiudiate nella Cappella Sistina, a Voi 118 non italiani. So che siete 135 a dover scegliere il prossimo Papa della Chiesa Cattolica, ma ho sottratto i 17 Italiani, ai quali magari scriverò in seguito, forse a conclusione di tutto questo.

Dunque, carissimi elettori di Papi, la mia è una richiesta chiara, una supplica esplicita: cercate di eleggere qualcuno che non sia italiano. E vi spiego perché.

Ci saranno sicuramente in mezzo a quei 17 dei buoni pastori cristiani e degli ottimi teologi, ma il fatto stesso di aver vissuto fin quasi alla soglia della vecchiaia in questa Nazione, di aver sedimentato italiche culture e anomalie, di aver frequentato ambienti inquinati da ogni tipo di mafie può essere nefasto per tutti noi, compreso quello che più Vi sta a cuore, il futuro della Chiesa.

Questa è l’Italia che si è formata combattendo contro lo Stato Vaticano che possedeva Regioni, isole, armi, navi e tesori, accumulati nel millennio precedente attraverso accordi e disaccordi con i peggiori dittatori. Quando infine nel 1870 fu conquistata Roma a suon di battaglie, eroi e morti, il Papa per ripicca si chiuse dentro le mura vaticane e non ne uscì per circa 70 anni. Non poteva vivere senza il Potere Temporale. Papa Pio IX, al secolo Giovanni Maria Mastai Ferretti (1846-1878), da subito si dichiarò “prigioniero del Vaticano” e non lasciò mai il palazzo apostolico; Leone XIII, Vincenzo Gioacchino Pecci (1878-1903), continuò la tradizione, mantenendo la posizione di prigioniero volontario; così fecero Pio X, Giuseppe Melchiorre Sarto (1903-1914) e Benedetto XV, Giacomo della Chiesa (1914-1922) che, pur titubante, non uscì mai in visita pastorale. Per vedere fuori dalle mura un Papa, dobbiamo aspettare Pio XI, Achille Ratti (1922-1939), quando nel 1929 con il nostro Duce Benito Mussolini furono siglati i Patti Lateranensi, che ristabilirono la sovranità della Santa Sede. Da quel momento l’accordo con il fascismo fu totale, abbagliante, stringente, anche quando l’Azione Cattolica sembrava attrarre più bambini di Balilla. Pio XII, Eugenio Maria Giuseppe Giovanni Pacelli (1876-1958), il Papa della Seconda Guerra Mondiale, sentì le bombe, le stragi e i genocidi solo quando arrivarono su Roma, la città dove era nato.

Questa è la Patria della CEI, dove nei decenni post-bellici la Politica non batteva ciglio senza il confronto con questa Conferenza Episcopale Italiana, formata da politici destrorsi e illiberali travestiti con Talare Rossa. Paolo VI si sentiva tutti i giorni con Andreotti (e con Moro) e cercava di proteggere i buoni affari attraverso Sindona, Calvi e altri personaggi inquietanti.

Dovete immaginare, cari cardinali stranieri, che in questo momento storico un Papa Italiano non potrebbe che allearsi con questo nuovo potere semi-autoritario che osteggia il diverso, che vagheggia un ritorno alle autarchie, che non sopporta l’inclusione e ignora la Storia. Un potere che ha già piegato quasi tutti i media, che si è già genuflesso al potere finanziario, che ha già rimosso i suoi peccati originali. Il papato di un Italiano verace sarebbe il suggello di un nuovo ordine mondiale, dove le democrazie vacillano, i ricchi si chiudono dentro i loro bunker, i poveri diventano schiavi e i derelitti sempre dimenticati (con una spolverata di ipocrisia in forma di carità). Il Papa italiano, che pure partisse con delle buone intenzioni, per il sol fatto di respirare la stessa aria di Palazzo Chigi e Montecitorio, che debba trovare le parole giuste per accettare nuove e vecchie discriminazioni, non potrebbe reggere il peso di una tale forza, brutale e assillante, che sta per invadere tutte le menti, come sempre succede quando l’interruttore dei Lumi si spegne e si accende la furiosa competizione nazionalistica. Lui non reggerebbe e noi, italiani comuni, ne pagheremmo un ulteriore fio.

Voi, cari Cardinali, avete la possibilità di eleggere un papa che sia filippino, indonesiano, brasiliano, bosniaco o africano, che possibilmente non sia un esperto di politica italiana, che non abbia difficoltà a denunciare gli abusi del diritto internazionale, dell’uso delle armi, del ricorso alla violenza per ogni vicenda tra popoli, che sappia denunciare le ingiustizie, le intolleranze e le dittature. Uno insomma che sappia capire il mondo, tralasciando per un po’ quel che avviene dentro le mura vaticane, e anche quello all’interno dei colli capitolini. Grazie dell’attenzione, miei carissimi Cardinali.

26 aprile 2025                                                                                                 alfredo de giuseppe

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Redazione

One thought on “Carissimi Cardinali

  • Troppo grande, Alfredo! Devi trovare il mo di farla arrivare veramente ai destinatari questa “supplica” che non può che essere condivisa e accettata da tutti i cittadini del MONDO CRISTIANO, di tutte le persone buone ed oneste che all’interesse personale, privato, mettono davanti il BENE COMUNE! Grazie Alfredo.

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  1. Troppo grande, Alfredo! Devi trovare il mo di farla arrivare veramente ai destinatari questa "supplica" che non può che essere…

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