Troppo grande, Alfredo! Devi trovare il mo di farla arrivare veramente ai destinatari questa "supplica" che non può che essere…
BURGESI: braccio di ferro tra Regione e territorio
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BURGESI: braccio di ferro tra Regione e territorio
(PARTE PRIMA)
di Alfredo Sanapo – –
Quando la cittadinanza di una comunità prende coscienza di ciò che gli accade intorno e prende posizione, bisogna inchinarsi. Si attivano, così, canali di confronto che ricordano qual è la prima risorsa di un territorio: colui che lo abita e la sua salute. Questo assume maggior senso se gli enti locali si fanno portavoce delle sue istanze superando gli steccati ideologici.
Lo scorso 27 marzo per le strade di Ugento Il Comitato Civico “NO BURGESI” e la Pro Loco Beach hanno organizzato una fiaccolata, sostenuta dai Comuni di Ugento, Presicce-Acquarica, Salve e Taurisano, per protestare contro l’ipotesi di ampliamento della discarica di Burgesi e sollecitarne la chiusura definitiva e la bonifica. A questo punto si è arrivati dopo la delibera approvata in Giunta Regionale l’11 febbraio 2025 al fine di accogliere 190.000m³ di rifiuti indifferenziati provenienti dalla discarica di Autigno (BR) tramite una sopraelevazione.
La protesta ha trovato un supporto “legale” dell’Amm. Comunale di Ugento che il 3 aprile scorso ha incaricato l’avv. Sergio De Giorgi per notificare il ricorso al Tar di Lecce al fine di annullare il provvedimento.
La levata di scudi è l’ultima di una sequela di azioni contro la decisione. A questo punto si è arrivati dopo una serie di incontri avvenuti in V Commissione Ambiente della Regione tra i suoi componenti e gli amministratori locali.
Per far comprendere al lettore sia la catena di eventi che ha portato a questa “crisi”, sia la portata della vicenda alla luce delle tante vicissitudini che hanno riguardato il sito della discarica, conviene analizzare cosa è avvenuto dall’istituzione della discarica di Burgesi ad oggi e cosa essa rappresenta per la popolazione.
LA GEOGRAFIA DEL SITO
La discarica di Burgesi sorge nell’omonima contrada tra la Strada Vicinale Gemini-Acquarica del Capo (presso la Chiesa della Madonna di Pompignano) e la Strada Provinciale Ugento-Salve. In origine, si trattava di una cava di estrazione di tufi poi dismessa.
ATTIVAZIONE DEL SITO
Il 7 febbraio 1987 (lo stesso giorno in cui a Sanremo vinceva “Si può dare di più”), presso il notaio Zuffelli, furono stipulati 6 atti di trasferimento di proprietà di tali cave per una cubatura totale di 106.000m³. Nel 1988 la Giunta Regionale (del. n.3816) varava il piano per lo smaltimento dei rifiuti e indicava come sito di discarica proprio Burgesi, sfruttando le particelle oggetto del trasferimento di proprietà di cui sopra. A fine 1989 al Comune fu presentato il progetto generale della Ditta Gieco Srl per realizzare una discarica controllata di prima categoria con una volumetria di 954.000m³. Nell’impianto di stoccaggio possono essere smaltiti solo rifiuti non pericolosi (§ dLgs n. 36/03).
Il 21 novembre 1990, dopo il blocco dei progetti per un anno, si deliberava la localizzazione nella località di una discarica per RSU. Il 18 dicembre 1990, la Commissione edilizia, nonostante il parere contrario del geologo della Commissione, dott. Giovanni Mele, che ammoniva sui pericoli legati alla falda, dava parere favorevole alla realizzazione della discarica.
Il 4 febbraio del 1991, il Consiglio Comunale (del. n.9), attraverso una “concessione edilizia in sanatoria”, approvava una convenzione che prevedeva:
– una durata della concessione di 10 anni;
– l’impegno del concessionario ad utilizzare personale locale, eccetto il personale direttivo;
– lo smaltimento a titolo gratuito dei rifiuti provenienti dal servizio N.U. dal Comune della categoria RSU ed assimilabili:
– l’esonero del Comune dal pagamento della tariffa per lo smaltimento degli RSU conferiti;
– l’obbligo del concessionario di eseguire analisi sull’inquinamento del suolo e delle acque nell’area in cui insistono gli impianti;
– il dovere del concessionario di sottoporsi a vigilanze e controlli da parte del concedente;
– l’obbligo del concessionario, al termine della concessione, di provvedere da sé ai lavori di bonifica e sistemazione dell’area.
Prima dell’attivazione degli impianti, l’accordo prevedeva che si sarebbe dovuto provvedere a una campagna di analisi. In caso di produzione di biogas, il Comune avrebbe ricevuto il 10% dei ricavi. Inoltre, si sarebbero dovuti effettuare prelievi dalla vasca di raccolta sui quali si sarebbero realizzate analisi chimiche per accertarne le proprietà. La quantità di percolato doveva essere misurata giornalmente, mentre si sarebbe dovuta controllare la falda, attraverso il prelievo di campioni d’acqua da sottoporre ad analisi chimica e batteriologica.
Il 9 aprile 1991 la Provincia, retta dal sen. R. G. Costa (del. n.759), approvava il progetto di discarica, a patto che fossero rispettate determinate condizioni. Fra queste, il rispetto di tutte le indicazioni e le caratteristiche tecniche riportate nelle relazioni e negli allegati al progetto, il conferimento di un quantitativo massimo di rifiuti di 954.000m³, il monitoraggio della falda profonda attraverso la perforazione dei pozzi previsti in progetto, con la realizzazione di 2 pozzi per il monitoraggio della falda superficiale, fornire alla Provincia, prima dell’inizio dei lavori, le certificazioni di carattere idrogeologico, chimico e batteriologico delle falde. Il 6 giugno 1991 il sindaco di Ugento, in assenza dell’autorizzazione dell’assessorato regionale all’Urbanistica, rilasciava la concessione edilizia ed il 6 luglio del 1992 accordava la concessione definitiva. Un anno dopo, il 23 luglio 1993, la Giunta provinciale autorizzava l’esercizio provvisorio per 255.000m³ ed il 23 gennaio 1996 altri lotti per un volume complessivo di circa 800.000m³.
ESERCIZIO SOVRACOMUNALE
In relazione agli indirizzi di razionalizzazione dello smaltimento di rifiuti del governo Prodi I, il 27 settembre 1996 la Provincia attivava l’esercizio di 954.000m³ atto ad accogliere rifiuti da un bacino di utenza sovracomunale.
Con l’attuazione del Decreto Ronchi del 1997 e la definizione dei Piani Regionali per la Gestione dei Rifiuti, si iniziò a pianificare la gestione dei rifiuti a livello di Ambiti Territoriali Ottimali (ATO). Così, la Regione individuava e autorizzava specifici impianti per gestire i maggiori volumi di rifiuti provenienti da queste zone più vaste e la discarica di Burgesi veniva designata a ricevere i rifiuti provenienti dai comuni afferenti all’ATO LE/3. Tuttavia, fino al 2001, 9 comuni extra-ambito vi conferivano i loro rifiuti. Il 31 luglio 2001, il C.C. di Ugento veniva convocato d’urgenza per deliberare sull’acquisizione della titolarità pubblica della discarica Burgesi e sull’approvazione di un nuovo lotto di conferimento, dato che gli altri lotti erano esauriti.
Il 30 settembre del 2002, con decreto regionale (n.308), in ordine al Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti, fu disposto che a Burgesi venissero scaricati solo i rifiuti dei comuni dell’Ato 3. Il 31 ottobre 2002 veniva rinnovata la convenzione.
Nel 2005, a causa delle crescenti preoccupazioni ambientali e sanitarie legate alla gestione dei rifiuti, la discarica era diventata un punto critico per il territorio per le segnalazioni di smaltimenti illeciti di rifiuti. La pressione delle comunità locali e delle autorità ambientali spinse la Regione a finanziare un intervento di bonifica per mitigare i rischi per la salute pubblica e l’ambiente circostante: il 2 febbraio 2005 iniziavano i lavori di bonifica.
Fin qui la cronistoria delle autorizzazioni e delle delibere fino ai primi anni 2000. Poi inizia una storia di inchieste e di consapevolezza delle popolazioni residenti attraverso richieste sempre più pressanti di Associazioni e Comitati civici. L’approfondimento alla prossima pubblicazione della seconda parte del “REPORT BURGESI”
CONTINUA…
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