Lupi luporum lupis

Lupi luporum lupis

di Alfredo Sanapo –

Si susseguono ancora gli avvistamenti di lupi nel Sud Salento sia alla luce del giorno che soprattutto nelle ore notturne. Sebbene qualcuno abbia parlato di “invasione”, la situazione non è allarmante in quanto frutto di una percezione errata della realtà. Secondo i dati del Servizio Veterinario dell’Asl LE, infatti, nel Salento si stima la presenza di 3-4 coppie di lupi: tenendo conto dell’altissimo tasso di mortalità e l’abitudine della specie a percorrere 50km al giorno, si conterebbero non più di 9-12 esemplari (Nuovo Quotidiano di Puglia, 03/04/2024).
Il fenomeno delle predazioni da lupo su animali da allevamento e di affezione è reale, ma è stato assai alterato dal senso comune e dalla disinformazione. La presenza del lupo sul territorio da sola, difatti, non spiega che tutte le carogne e i resti di animali siano attribuibili alle sue scorribande.

Le morti possono aver luogo per molteplici altre ragioni (naturali, incidenti stradali, smaltimenti illeciti di scarti di macellazione, avvelenamenti), ma anche essere causate da cani randagi o volpi etc. 
La paura “culturale” legata al lupo – e il relativo impatto emotivo – innesca meccanismi psicotici che inducono ad una soluzione drastica e sommaria della questione.

Si tende, così, a pubblicare sul web e altri mezzi di comunicazione i luoghi e le foto che provano l’avvistamento. Se c’è stato qualche assalto riferibile ad attacchi da lupo, si tende mediaticamente a circoscrivere una zona per indurre qualche sortita a livello individuale o “organizzato” contro l’animale.
Tant’è vero che qualcuno ha pensato di far giustizia da sé: nelle campagne di Castiglione d’Otranto, non molto tempo fa, si è verificata l’esecuzione di un lupo (attestata dalla presenza di bossoli e tracce di pelo e sangue) il cui corpo è stato in seguito occultato.

L’autore del gesto, già identificato, ha a suo carico un procedimento giudiziario perché la soppressione del lupo si configura come attività di bracconaggio (reato penale), aggravata dal fatto che trattasi di specie protetta. Il bracconaggio, per sfortuna, non si limita alle ferite da arma da fuoco, ma sconfina nell’utilizzo di esche avvelenate o tagliole lasciate nelle nostre campagne per colpire i lupi: pratiche che però mettono a repentaglio la vita di tutta la fauna selvatica e domestica. Sempre qui da noi sono state denunciate vere e proprie “ronde anti-lupo” sulle quali sono in corso indagini da parte delle autorità giudiziarie. Non si sa nemmeno in che misura sia stato accidentale l’investimento – avvenuto tre mesi fa sulla SS274 all’altezza di Castrignano del Capo – di una cucciola di lupo: lasciata agonizzante dall’automobilista (tenuto per legge a prestare soccorso), assistita dalle guardie zoofile Agriambiente, dal servizio veterinario dell’Asl e portata al Centro recupero fauna selvatica di Calimera, la cucciola è spirata dopo il ricovero.
Quando l’avvistamento non è associato a pericolo imminente, il comportamento più saggia è segnalare tutto al numero whatsapp ufficiale di chi si occupa di monitoraggio, es. In Salento il progetto “Hic sunt lupi”, tramite foto o video, indicando data e luogo esatto per fissare un eventuale sopralluogo.

Bisogna, nella maniera più assoluta, evitare di postare su Facebook foto di carcasse di animali non identificati, senza luogo, senza data, senza esami autoptici allo scopo di incitare o istigare ad abbattimenti fuori legge; o ancora richiedere a mezzo stampa rimozioni coatte di interi branchi, misura ad oggi legalmente inattuabile.
Senza tenere conto che la produzione e la diffusione in rete di filmati sensazionalistici potrebbe provocare l’inseguimento di lupi: per chi non lo sapesse, si sta commettendo un reato, il disturbo di fauna selvatica.
Questa incivile pratica disorienta e spaventa gli animali che potrebbero costituire, a loro volta, pericolo per l’incolumità pubblica.
Ad ogni modo, segnalare il luogo dell’avvistamento via social potrebbe inaugurare una stagione di “caccia al lupo” dal momento che si forniscono informazioni fruttuose ai bracconieri salentini.

Visto che il controllo del territorio attualmente non è ancora adeguato sia per numero di uomini che per gli orari di servizio, essi scelgono di delinquere proprio nei luoghi e nei tempi più propizi.

Compreso, una volta per tutte, che l’intruso non è né l’uomo né il lupo, è opportuno mettere in atto delle buone prassi al fine di stabilire una convivenza serena.

Con in mente questo obiettivo, “Hic sunt lupi” ha sviluppato delle linee guida atte a minimizzare i rischi che qui enucleiamo:

  1. non provare ad avvicinarsi con cibo, ma avvertire i carabinieri forestali;
  2. non interferire con il comportamento del lupo;
  3. non lasciare rifiuti organici incustoditi nei pressi delle abitazioni, ma sempre chiusi negli appositi contenitori;
  4. non lasciare animali domestici incustoditi, soprattutto di notte;
  5. non dimenticare di segnalare gli animali feriti al centro di recupero della fauna selvatica di Calimera;
  6. non cacciare o uccidere lo splendido esemplare, che rientra tra le “specie particolarmente protette”
  7. dalla normativa italiana (L. 157/92. art. 19, c.2) e dall’Unione Europea.
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