Le democrazie degenerate

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Le democrazie degenerate

Alfredo De Giuseppe

Nel mese di marzo 2025 è successo di tutto, nel solco delle guerre, di quel nuovo ordine mondiale inseguito dai semplificatori delle regole e delle società. Sarebbe troppo lungo l’elenco delle nefandezze commesse nelle terre delle guerre più note e in quelle più dimenticate, reati contro l’umanità con omicidi, rapimenti, bombardamenti sui civili, sulle case e sugli ospedali e quelli contro le libertà individuali e collettive, vedi l’insulsa polemica sui dazi innestata da Trump e una serie di restrizioni sulle libertà d’espressione, sulle libertà di movimento degli uomini su tutto il pianeta Terra.

Di tutti gli avvenimenti, vorrei qui accennare ai fatti che stanno succedendo in Turchia, che viene presentato come paese amico, membro della NATO fin dal 1952, cerniera tra est ed ovest, negoziatore e attore in vari scenari di guerra. Questa repubblica, nata sulle ceneri dell’impero ottomano alla fine della prima guerra mondiale, divenne uno Stato laico e nazionalista, incarnato nella figura del su primo presidente, il generale Ataturk. Già negli anni 20 del novecento fu abolita la religione di stato, la poligamia, il califfato mentre la scuola fu riformata in senso laico, gratuito e obbligatorio per uomini e donne. Dopo una lenta ma volenterosa democratizzazione della società turca, alla fine della seconda guerra mondiale iniziarono una serie di avvicendamenti socio politici che portarono più di una volta a colpi di Stato da parte di militari.  Si giunge così all’elezione nel 2002 dell’attuale presidente Erdoğan, che in questi ultimi vent’anni ha tentato più volte di distorcere il sistema verso un suo potere assoluto, inserendo tra l’altro una serie di leggi che hanno riportato la Turchia su un sostanziale islamismo di Stato.

La mattina del 19 marzo 2025 è stato arrestato Ekrem İmamoğlu, sindaco di Istanbul e principale avversario di Erdoğan alle prossime elezioni presidenziali. Sono seguite manifestazioni di piazza e proteste delle opposizioni, arresti di manifestanti e reporter. Una mossa, quella di Erdoğan che approfondisce il carattere autocratico del regime, che dimostra come un sistema cosiddetto democratico possa oggi degenerare in una forma di dittatura senza ricorrere alle armi e senza sbandierare il potere assoluto ormai ottenuto e consolidato.

Questo sta succedendo ovunque, dagli USA alla Russia, senza distinzioni geografiche. Sembra che oggi la democrazia abbia bisogno di uomini forti benché sanguinari o stupidi che siano. Non è un caso che i solerti governanti italiani, di quell’Italia che qualcuno spaccia come protagonista (invece è dentro una cuccia a guardare la luna), non abbiano trovato il modo di dire una parola contro Erdoğan, di dare sostegno a quei ragazzi scesi in piazza in nome di un ideale che va facendosi sempre più fioco. La loro speranza, quella dei timidi patrioti italiani, è di generare prima o poi dei piccoli trump o al minimo dei giovani erdogan.

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Redazione

One thought on “Le democrazie degenerate

  • Hai ragione. C’è un silenzio assordante su questa vicenda, comincia ad essere sdoganato anche l’arresto degli avversari politici come un fatto accettabile e normale. Solo The Guardian oggi intervista Oran Pamuk https://www.theguardian.com/commentisfree/2025/mar/28/clampdowns-istanbul-turkey-democracy-jail-president-erdogan-rival-protesters : ” Il rovescio della medaglia è che Erdoğan sembra usare con il suo avversario lo stesso copione usato con lui 27 anni fa. Nel 1998, Erdoğan era eletto sindaco di Istanbul e una figura popolare. L’establishment laico e militare riteneva pericoloso il suo tipo di Islam politico. Fu anche imprigionato e accusato (nel suo caso per aver incitato all’odio religioso dopo aver recitato una poesia politica a un comizio). Erdoğan fu rimosso dall’incarico di sindaco e trascorse quattro mesi in prigione.

    Ma la sua prigionia e il suo rifiuto provocatorio di collaborare con l’establishment e di inchinarsi alle richieste repressive dell’esercito hanno contribuito ad aumentare ulteriormente il suo profilo politico. Come hanno sottolineato alcuni commentatori, l’incarcerazione di İmamoğlu, che ha negato le accuse e ha anche promesso di non “inchinarsi”, potrebbe in realtà avere lo stesso risultato indesiderato. Potrebbe benissimo contribuire a rendere il sindaco ancora più popolare “

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Ultimi Commenti

  1. Bellissimo articolo,,speriamo possano leggerlo in tanti ... è un' ottima guida per i carenti di empatia verde ...

  2. Troppo grande, Alfredo! Devi trovare il mo di farla arrivare veramente ai destinatari questa "supplica" che non può che essere…

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