Troppo grande, Alfredo! Devi trovare il mo di farla arrivare veramente ai destinatari questa "supplica" che non può che essere…
Al cinema gioco tra 1975 e 2025
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Al cinema gioco tra 1975 e 2025
di Michele Massimiliano Mangiullo
Cade Saigon, i Khmer rossi si prendono la Cambogia, nasce il Fai, Paolo VI indice l’Anno Santo del Rinnovamento e della Riconciliazione, Lotta Continua tiene il suo congresso nazionale a Roma, Margaret Thatcher guida i conservatori inglesi, Renato Curcio evade dal carcere, vince la linea di Berlinguer con il famoso compromesso storico, viene ucciso Pier Paolo Pasolini, Gerald Ford presidente degli Stati Uniti, Leone quello italiano….al cinema esce “Picnic ad Hanging Rock”. Alfredo curioso di scoprire il mondo, come tutti gli adolescenti voraci di conoscenza, m’invita alla visione di questo lungometraggio di cui tutti ne parlano in quanto ispirato ad una storia realmente accaduta. Giovedì come sempre cinema.Entriamo in una sala semi gremita, buio, silenzio ed ecco Gheorghe Zamfir emanare un effluvio sonoro con il magico flauto di pan accompagnato da un magistrale organo a colorare nelle nostre giovani menti le immagini di un Australia solare ,ricca di vegetazione rigogliosa.
Siamo nei primi anni del 900 domina l’impero dove il sole non tramonta mai ed in un prestigioso collegio femminile si “allevano” future nobildonne inglesi con metodi rigorosamente ortodossi al limite dell’esasperazione. Il giorno di San Valentino viene concessa un’uscita distensiva ad Hanging Rock, Alfredo mi traduce “roccia sospesa”,lui è stato sempre bravo con l’inglese. Tra occhi pieni di vita ,sorrisi di giovinezza e bellezze inebrianti la carrozza arriva a destinazione .Le ragazze nella loro vitalità ai piedi della roccia, circondata da splendidi eucalipto ,creano un’immagine bucolica, sposa perfetta del flauto di pan per un matrimonio cinematografico senza tempo a stordire di piacere i sensi dello spettatore.
Il momento catartico, Miranda la ragazza più carismatica ,accompagnata da tre amiche chiede di potersi allontanare per una breve escursione. Ebbene questa richiesta così banale si rivelerà fatale perché nulla più sarà come prima. Il regista attraverso scene sdrucciolanti verso il baratro umano in una sequenza di quasi normale disperazione che culminerà in una serie di suicidi e la sparizione di tre donne ci porta a riflettere su tanti temi che spaziano dall’ineluttabilità del destino alla curiosità adolescenziale, dalla rottura di schemi rigidi che ingessano la società alla sofferenza del cambiamento, dalla volontà del singolo che s’impone su un gregge di filistei ipnotizzati da insegnamenti ormai fuori sincrono alla passiva accettazione di un mistero mai risolto.
Peter Weir non è per nulla cattedratico in questo film ma con la semplicità che contraddistingue i grandi, lascia libero arbitrio al cinefilo pensante. Finita la proiezione si accendono le luci e guardando Alfredo negli occhi gli dico ”Grazie Al, mi hai fatto spendere bene queste 1500 lire” e poi aggiungo “secondo me da grande tu farai il regista ed avrai anche quattro figli”…..poi mentre tornavo a casa pensavo tra me e me quanta magia ci regala il Cinema……
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