Favole dimenticate: il Gallipoli in Serie B

  • Home
  • Favole dimenticate: il Gallipoli in Serie B

Favole dimenticate: il Gallipoli in Serie B

– di Marco Mastroleo

Nella storia del calcio Pugliese solo dieci compagini sono riuscite nell’impresa di raggiungere almeno il prestigioso traguardo della Serie B.

Togliendo le tre consolidate big di Puglia, il Lecce, il Bari e il Foggia dei lontani echi di Zemanlandia, e ponendo il nostro sguardo esclusivamente sulle squadre salentine, ecco che il numero si riduce ad appena quattro.

Taranto, la città più popolosa d’Italia a non aver mai esordito in Serie A, ha partecipato alla serie cadetta con due squadre diverse: l’Unione Sportiva Arsenale nel 1946-47 e il Taranto Calcio in ben trentuno occasioni, sfiorando a più riprese la promozione in A.

Il Brindisi, nonostante i vari fallimenti e le varie rifondazioni, vanta sei partecipazioni; la squadra della capitale d’Italia per sei mesi tra il ’43 e il ’44, infatti, ha gareggiato nella seconda serie professionistica italiana nel biennio 1946-1948 e poi nel quadriennio compreso tra la stagione 1971-1972 e la stagione 1975-1976.

Insieme a queste squadre resta indelebile la storica impresa del Gallipoli.

Il 2009 per la città jonica fu un anno calcistico indimenticabile. Il 17 Maggio allo stadio comunale Antonio Bianco si scriveva la storia: la squadra gallipolina, guidata dal “principe” Giuseppe Giannini, con la vittoria per 3-2 contro la Real Marcianise, dopo aver fallito la settimana prima un ghiotto match-point a Lanciano, si guadagnava la vetta del Girone C di Serie C1 frenando la rimonta e le ambizioni delle favorite della vigilia Benevento e Crotone e conquistava così l’ingresso in B dalla porta principale, tra il tripudio dei propri tifosi che colorarono di giallorosso le loro riviere.

Questa promozione aveva portato una gioia smisurata e tanta voglia di sognare, sia all’ex presidente Vincenzo Barba, sia all’allora sindaco Giuseppe Venneri, che aveva celebrato questo risultato dichiarando «Oggi Gallipoli ha scritto una pagina memorabile della sua storia, non solo calcistica. La serie B, per una realtà di poco più di 20mila abitanti, è un sogno ad occhi aperti oltre che un meraviglioso veicolo di promozione del territorio».

Sembravano le premesse per qualcosa di grandioso ma, questo salto di categoria, forse perché totalmente inaspettato, colse impreparata la società. Il sogno fece una rapida inversione verso l’incubo assoluto. Come un vaso di pandora emersero una serie dopo l’altra di problemi: l’inagibilità dell’Antonio Bianco che costrinse il Gallipoli a giocare le proprie gare interne al Via del Mare, la mancanza di fondi per gli stipendi e per una campagna acquisti che potesse garantire la salvezza e frettolosi e caotici passaggi di quote societarie.

La squadra di Giannini regge nel girone d’andata: il 22 settembre arriva la prima storica vittoria in Serie B, preludio di altre 7 vittorie e 7 pareggi che, nonostante anche 7 sconfitte, garantiscono ai giallo-rossi l’undicesima posizione a 28 punti.

Da lì la favola finì e la stagione si trasformò in una tragedia sofoclea: un nuovo caos societario, un cambio di presidente, la fuga degli storici trascinatori del club, le proteste evidenti dei calciatori rimasti in rosa di fronte alle inadempienze economiche della società, le dimissioni della guida tecnica per frizioni con la nuova società, un crollo sportivo totale nelle ultime dieci giornate ed una lugubre marcia verso la retrocessione. A fine stagione anche la beffa, la presentazione di una istanza di fallimento per la compagine gallipolina da parte della Procura.

Questo finale immeritato non ha cancellato però l’emozione dei cittadini della Kalì polis nel vedere la propria squadra alle porte della massima serie a battagliare in un campionato così ambito e così irraggiungibile fino a qualche tempo prima.

E nonostante successivamente, nel corso degli anni, dopo nuove indagini, siano emerse delle ombre e degli aspetti poco chiari riguardo a questa storica mission impossible, quell’anno nella serie cadetta verrà ricordato a Gallipoli con tanto orgoglio anche in futuro, perché, come recitava uno striscione affisso sulle tribune dello Stadio Antonio Bianco, “la storia rende gli uomini immortali”.

  • Share

Redazione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ultimi Commenti

  1. Concordo quasi su tutto! Ma non è questa l'Europa nella quale in tanti abbiamo riposto speranze di una vita migliore.…

  2. Grazie infinite per l'ottimo articolo e il vostro impegno per una corretta informazione.

  3. Michele Massimiliano su Io albero

    Hai ragione Donata,mi fa piacere riscontrare una comunione di vedute...con la speranza di poter essere numerosi nel manifestare il nostro…

  4. Condivido tutto, purtroppo i governucoli che sono a palazzo gallone hanno materia grigia secca e tale stanno rendendo Tricase.. non…